Posticipi, prendi tempo, rimandi all’infinito e agisci solo all’ultimo minuto? A volte non agisci affatto?
Sicuramente è capitato a tutti almeno una volta di non essere puntuali ad un appuntamento, di non consegnare un lavoro in tempo, di rimandare un’interrogazione o un esame nel corso dei nostri studi; tuttavia, quando questi comportamenti non sono occasionali ma sono la prassi, allora possiamo definirci dei procrastinatori.
Letteralmente il termine procrastinazione deriva dal latino pro – avanti, a favore di e crastinus – domani. Con questo si intende dunque rimandare a domani ciò che in realtà potevo fare oggi e va benissimo nel caso in cui il rimandare sia sporadico e pianificato, spesso però, procrastinare può provocare complicazioni di diversa entità, al soggetto che “male organizza il proprio tempo”.
Attraverso la Terapia Cognitivo Comportamentale si cerca di comprendere quando si procrastina, quali sono le conseguenze di questo comportamento e perché si continua a farlo, indagando alcune convinzioni e credenze su di sé, sul tipo di compito o attività e sugli altri soggetti eventualmente coinvolti.
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